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La complessa rintracciabilità dell'industria alimentare, e Ortio

Dal campo alla tavola, la storia del cibo è più complessa di quanto pensiamo. In questo caso esploriamo il problema della rintracciabilità, le sue conseguenze concrete e l’arrivo di nuovi strumenti che promettono più trasparenza per tutti.
26 settembre 2025

Perché la rintracciabilità conta davvero

Ogni alimento che arriva sulla nostra tavola ha un percorso complesso: campi, aziende agricole, trasformatori, grossisti, distributori. L’Unione Europea definisce “rintracciabilità” la capacità di seguire un alimento attraverso tutte queste fasi (Regolamento CE n. 178/2002). Non è un dettaglio: in caso di allerta o richiamo, sapere subito da dove proviene un prodotto può evitare sprechi, danni economici e rischi per la salute.

Nella pratica, però, la rintracciabilità è spesso frammentata. Ogni passaggio della filiera usa sistemi e documenti diversi; gli intermediari possono essere numerosi e l’informazione si disperde. Questo aumenta tempi e costi delle indagini e può facilitare frodi o manomissioni. Analisi dei richiami alimentari mostrano che la gestione delle allerte rimane una sfida importante per la sicurezza. Allo stesso tempo, cronache recenti documentano furti e frodi lungo la filiera alimentare, legati proprio alla difficoltà di verificare l’origine dei prodotti.

Per i consumatori, l’origine è uno dei principali criteri di scelta: la maggioranza dei cittadini europei dichiara di considerare “molto importante” conoscere la provenienza di ciò che mangia. Tuttavia, più la filiera è lunga e intermediata, più questa informazione diventa opaca. Secondo analisi della Commissione Europea, la trasmissione dei segnali di prezzo e qualità peggiora al crescere degli intermediari.

Negli ultimi anni sono cresciute soluzioni digitali che mirano a rendere la filiera più trasparente: sistemi di blockchain, piattaforme collaborative, etichette intelligenti. In teoria consentono di registrare in modo immutabile ogni passaggio, ma richiedono investimenti significativi e spesso restano limitati a progetti pilota.

Un altro approccio non cerca di registrare meglio ogni passaggio ma di ridurre i passaggi stessi, riportando la relazione diretta tra produttore e consumatore. Questo modello — filiera corta digitale — combina geolocalizzazione, pagamenti sicuri, chat diretta e tracciamento ordini in un unico sistema. Il risultato: meno nodi nella catena, più visibilità e tempi più rapidi per risalire all’origine di un prodotto.

Ortio, che connette consumatori e produttori agricoli, applica proprio questo modello. Ortio mostra produttori agricoli e i loro prodotti geolocalizzati. Ogni scheda riporta chi produce, dove e con quali certificazioni. E grazie alla chat diretta i consumatori possono chiedere dettagli sulle pratiche agricole, sulle date di raccolta o spedizione.

Questa impostazione non solo migliora l’esperienza d’acquisto ma, di fatto, risolve molti problemi di rintracciabilità: ogni ordine contiene già le informazioni chiave (prodotto, data, produttore, luogo). In caso di necessità si può risalire immediatamente all’origine senza passare attraverso intermediari e call center.

La trasparenza è solo uno dei vantaggi di Ortio rispetto alla GDO. Il modello consente margini più alti per i produttori, scelta più ampia per i consumatori e maggiore sostenibilità grazie alla riduzione degli sprechi e dei trasporti inutili. Ma per chi guarda all’innovazione alimentare, l’aspetto più interessante è proprio questo: la rintracciabilità “by design”, che trasforma un obbligo normativo in un valore aggiunto.

La rintracciabilità è spesso percepita come un requisito tecnico o burocratico, ma in realtà è un fattore strategico di sicurezza, fiducia e sostenibilità. Capire come funziona e quali sono le sue criticità significa capire una parte importante del nostro sistema alimentare. Le piattaforme digitali e i modelli di filiera corta stanno mostrando che esiste un modo diverso di garantire trasparenza: meno intermediari, più dati e più relazione diretta. Ortio rappresenta uno degli esempi concreti di questa trasformazione, dimostrando che la tecnologia può avvicinare il campo alla tavola e rendere immediata la tracciabilità.

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